domingo, febrero 21, 2021

I bambini maledetti


 

Dopo le loro prime carezze

Strana scaltrezza

Passiva accettazione

Sorniona furtività

Lei era smarrita

 

Disorientava e faceva soffrire

Non era una bambina

E nemmeno troppo schizzinosa

Falsa nei fatti e fallace nella finzione

(-Senti chi parla!)

Perforabile come una sacca gonfia di sangue

Poteva contare su due o tre sogni spaventosi

Per indietreggiare con occhi furibondi

 

Dopo il primo contatto

Così lieve

Così tacito

Tra le morbide labbra

E la morbida pelle

Niente sembrava essere cambiato

Le sue mosse segrete

Quel trarne un non palesato godimento

Dissimulando davanti al simulatore

La propria consapevolezza

 

Una sensazione tattile

Un punto cieco

E tutto era perduto

(-Che cosa dici?)

Era come si venisse issato un segnale

Uno sciagurato prurito

Di finto risentimento

 

Quei modi

Quell’approccio astuto e malinconico

Troppo irresistibile per non essere gustato in segreto

Troppo sacro per essere apertamente violato

(-Allora?)

Incanto

 

Sempre in agguato dietro il silenzio delle imboscate

E i suoi accorti e minuziosi vezzeggiamenti

Il respiro bruciante

Le labbra schiuse

Molto tempo prima

In un passato indefinito e infinito

Alla bambina piaceva stare

Seduta a un tavolo

Nel caldo implacabile…

 

Così piccola

Così poco vestita

Come un’orchidea che imitasse un insetto

Mescolando una specie a un’altra nel disegno

 

La punta della lingua le si arrotolava

All’angolo della bocca

Lo specchio di Venere

Si chinava su di lei

Mentre lei si chinava sulla propria opera

Poteva guardar giù la sua lucente ensellure

Fino al coccige

 

La bizzarra bambina

Dai capelli ala di corvo 

Così piccola

Così poco vestita

Con il cuore che martellava

Senza ammettere la propria accettazione

 

Non avrebbe più potuto fermarlo...

Lasciava che le sue labbra scendessero

Per il suo tiepido collo

E sulla sua nuca calda

(-Sopportare il più a lungo possibile l’estasi di quel contatto…)

(-Già fatto)

Il vivido imporporarsi di un orecchio scoperto

E il graduale torpore che invadeva il pennello

Era un segno temibile…

(-Se tu lo dici!)

 

L’immagine che si era appena lasciato alle spalle

Come una fiamma

Protetta da una mano e trasportata nel buio

Tornava alla purezza ora

Dove sedeva una ragazzina luccicante di sudore

Con un meraviglioso fiore scarabeo in grembo

 

Ma la natura è movimento e crescita

(-Un vicolo cieco!)

(-Non è vero!)

E l’ignominia e l’ambiguità

Di un incomparabilmente maggiore rapimento

Le si avvicinò una sera a piedi nudi

 

Il bacio l’estasiò e la confuse

(-Senti, ho da fare…)

(-Anche io!)

Con un bel sorriso si voltò di nuovo

Verso il suo terrificante fiore

E la mattina dopo

(Con un balzo)

La tigre della felicità

Si materializzò al suo fianco



Testo: Eduardo Magoo Nico