Dopo le loro prime carezze
Strana scaltrezza
Passiva accettazione
Sorniona furtività
Lei era smarrita
Disorientava e faceva soffrire
Non era una bambina
E nemmeno troppo schizzinosa
Falsa nei fatti e fallace nella finzione
(-Senti chi parla!)
Perforabile come una sacca gonfia di sangue
Poteva contare su due o tre sogni spaventosi
Per indietreggiare con occhi furibondi
Dopo il primo contatto
Così lieve
Così tacito
Tra le morbide labbra
E la morbida pelle
Niente sembrava essere cambiato
Le sue mosse segrete
Quel trarne un non palesato godimento
Dissimulando davanti al simulatore
La propria consapevolezza
Una sensazione tattile
Un punto cieco
E tutto era perduto
(-Che cosa dici?)
Era come si venisse issato un segnale
Uno sciagurato prurito
Di finto risentimento
Quei modi
Quell’approccio astuto e malinconico
Troppo irresistibile per non essere gustato in segreto
Troppo sacro per essere apertamente violato
(-Allora?)
Incanto
Sempre in agguato dietro il silenzio delle imboscate
E i suoi accorti e minuziosi vezzeggiamenti
Il respiro bruciante
Le labbra schiuse
Molto tempo prima
In un passato indefinito e infinito
Alla bambina piaceva stare
Seduta a un tavolo
Nel caldo implacabile…
Così piccola
Così poco vestita
Come un’orchidea che imitasse un insetto
Mescolando una specie a un’altra nel disegno
La punta della lingua le si arrotolava
All’angolo della bocca
Lo specchio di Venere
Si chinava su di lei
Mentre lei si chinava sulla propria opera
Poteva guardar giù la sua lucente ensellure
Fino al coccige
La bizzarra bambina
Dai capelli ala di corvo
Così piccola
Così poco vestita
Con il cuore che martellava
Senza ammettere la propria accettazione
Non avrebbe più potuto fermarlo...
Lasciava che le sue labbra scendessero
Per il suo tiepido collo
E sulla sua nuca calda
(-Sopportare il più a lungo possibile l’estasi di quel contatto…)
(-Già fatto)
Il vivido imporporarsi di un orecchio scoperto
E il graduale torpore che invadeva il pennello
Era un segno temibile…
(-Se tu lo dici!)
L’immagine che si era appena lasciato alle spalle
Come una fiamma
Protetta da una mano e trasportata nel buio
Tornava alla purezza ora
Dove sedeva una ragazzina luccicante di sudore
Con un meraviglioso fiore scarabeo in grembo
Ma la natura è movimento e crescita
(-Un vicolo cieco!)
(-Non è vero!)
E l’ignominia e l’ambiguità
Di un incomparabilmente maggiore rapimento
Le si avvicinò una sera a piedi nudi
Il bacio l’estasiò e la confuse
(-Senti, ho da fare…)
(-Anche io!)
Con un bel sorriso si voltò di nuovo
Verso il suo terrificante fiore
E la mattina dopo
(Con un balzo)
La tigre della felicità
Si materializzò al suo fianco
Testo: Eduardo Magoo Nico
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